martedì 20 ottobre 2020

#04.1 - La scienza - L' ottica

Il termine ottica deriva dal greco ὀπτική :"arte delle cose visive" ("art of visual things"). L'ottica è quella parte della fisica che studia i fenomeni relativi alla propagazione della luce (nel vuoto e nei mezzi materiali) e gli effetti della sua interazione con i corpi. Ha radici a partire dal IV secolo a.C. con Euclide, il quale scrive due trattati le cui tesi possono essere riassunte in alcuni postulati: egli riteneva che i raggi luminosi si propagano dall’occhio verso gli oggetti osservati (non si pose di conseguenza il problema della natura della luce per il tipo di approccio da lui utilizzato).
Più di un millennio dopo l'arabo Alhazen elaborò una teoria secondo cui l’occhio “sente” l’oggetto per mezzo di raggi che questo gli invia con velocità finita: giunse alla conclusione che i raggi luminosi dovessero avere un’esistenza reale perché la luce intensa danneggia gli occhi. 
A cavallo del XVI e XVII secolo Cartesio, subendo l'influenza di Giovanni Battista Della Porta, si interessa all'ottica, scrivendo un trattato di ottica geometrica: la "Dioptrice". Quest'ultimo si basa su una serie di assiomi:
  • la luce è emessa dalle sorgenti;
  • un punto emette in tutte le direzioni;
  • un raggio si comporta come una linea della geometria euclidea;
  • la luce dotata è di velocità infinita dato che, nell’ambito dell’ottica geometrica, questa assunzione non crea problemi.
Infine Cartesio espose la corretta formulazione quantitativa della legge della rifrazione, a cui giunse però partendo da presupposti errati: la stessa legge sarà poi elaborata in formule da Snell, il quale si basò sui risultati raccolti da Keplero e altri sperimentatori.

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#28 - La sintesi finale